Per anni si è parlato di accessibilità digitale come obiettivo ideale, ma dal 28 giugno 2025 diventerà un obbligo tangibile per molte imprese. In questa data entra in vigore l’European Accessibility Act (EAA, Direttiva UE 2019/882), che impone requisiti minimi di accessibilità per un’ampia gamma di prodotti e servizi digitali rivolti ai consumatori. In altre parole, l’accessibilità “non sarà più un’opzione” ma un requisito di legge inderogabile.
La posta in gioco è alta. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo oltre 1,3 miliardi di persone (circa il 16% della popolazione) incontra barriere nell’uso di siti web non accessibili, percentuale che sale al 25% nell’Unione Europea (circa 101 milioni di cittadini sopra i 16 anni), per il Consiglio dell’Unione Europea.
Oggi, per WebAIM, il 98% delle homepage web non rispetta le linee guida di accessibilità e il 90% dei siti è incompatibile con tecnologie assistive come gli screen reader. Il risultato è che prodotti e servizi digitali non accessibili escludono quotidianamente una fetta enorme di utenti e clienti potenziali. L’Unione Europea ha deciso di intervenire proprio per eliminare queste barriere, promuovendo il principio della “progettazione per tutti” (universal design) affinché nessuno sia escluso dall’esperienza digitale.
Ma adeguarsi non significa solo evitare sanzioni: è anche un’occasione per ampliare la propria audience, migliorare la qualità della customer experience e rafforzare il proprio impegno in chiave inclusiva e sostenibile. In un contesto in cui le scelte etiche e responsabili contano sempre di più, investire nell’accessibilità è un passo avanti verso un digitale più aperto, utile e competitivo.
L’obbligo di conformità riguarda in generale tutte le imprese (produttori e fornitori di servizi) che immettono sul mercato UE i prodotti/servizi elencati sopra dopo il 28 giugno 2025.
In altre parole, qualsiasi parte di un servizio digitale che comporti interazione o fornisca informazioni al pubblico deve essere accessibile.
La legge definisce requisiti funzionali di accessibilità, focalizzandosi sugli outcome (es. un utente deve poter compiere determinate azioni senza barriere) più che sulle soluzioni tecniche specifiche. Tuttavia, per dimostrare la conformità, è fondamentale adottare gli standard tecnici riconosciuti a livello internazionale in quattro ambiti chiave:
È bene sottolineare che nessuna area del percorso utente è esclusa: l’accessibilità deve abbracciare tutti i punti di contatto digitali di un’azienda, incluse le procedure critiche come i checkout degli e-commerce, la navigazione di prodotti, l’uso di applicazioni mobile, documenti e PDF scaricabili.
Rendere i propri canali digitali accessibili non è solo un obbligo di compliance, ma anche un’occasione per migliorare l’esperienza utente e raggiungere un pubblico più ampio. L’adeguamento all’EAA richiede un approccio multidisciplinare: coinvolge marketing e comunicazione, responsabili digital e e-commerce, e i team IT. Di seguito approfondiamo le strategie e le azioni chiave che ciascun reparto dovrebbe intraprendere, con il supporto di relative best practice.
Per i team marketing, ignorare l’accessibilità significa lasciare sul tavolo opportunità: una comunicazione non fruibile esclude una parte rilevante del pubblico, riduce le conversioni e danneggia la reputazione. Questo riguarda ogni output digitale: sito web, blog, newsletter e DEM (Direct Email Marketing), social post, documenti PDF e video promozionali.
Un esempio concreto: una newsletter con un codice sconto illeggibile perché inserito in un’immagine priva di alt text o con colori a basso contrasto non sarà accessibile per una persona ipovedente. Contenuti e messaggi accessibili amplificano la portata delle campagne, migliorano l’esperienza utente e rafforzano l’identità del brand.
Sul fronte visuale, è essenziale che ogni elemento grafico rispetti i criteri minimi di contrasto e garantire che le informazioni non siano veicolate solo tramite il colore. Un grafico leggibile solo a chi distingue bene le tonalità non è inclusivo. Etichette, pattern e descrizioni aggiuntive assicurano comprensione per tutti.
L’accessibilità è parte integrante della qualità dell’esperienza utente. Se una landing page o un form di iscrizione non sono accessibili, si perdono lead e conversioni. Marketing, UX e sviluppo devono collaborare per garantire che ogni percorso sia fluido e privo di ostacoli.
Responsabili digitali e team UX hanno il compito di tradurre i requisiti di accessibilità in esperienze utente concrete e coerenti su tutti i canali. Ogni interazione, dalla navigazione di un menu all’invio di un form, deve essere progettata per essere fruibile da chiunque.
Molti ostacoli sono invisibili fino a quando non si esegue un audit dedicato. Link e icone senza etichette testuali, pulsanti non descritti, assenza di indicatori di focus visibili: sono solo alcuni dei casi che spesso emergono durante la verifica. Correggere queste barriere migliora l’esperienza per tutti.
È fondamentale che le linee guida di design interne includano criteri di accessibilità, integrati nei prototipi sin dalle prime fasi. Palette di colori con contrasto sufficiente, componenti UI pensati per funzionare da tastiera, messaggi di errore chiari e ben posizionati nei form: tutto deve essere definito in modo condiviso, scalabile e replicabile. Questo approccio consente ai team di operare con maggiore coerenza e di mantenere lo standard nel tempo.
L’accessibilità va inoltre garantita su tutta la catena di interazione: app, sito, contenuti interattivi nei punti vendita, QR code. Un utente può iniziare il proprio percorso da mobile, continuarlo sul sito desktop e concluderlo su un totem in store. Ogni touchpoint deve offrire continuità e accesso pieno. Pensare in ottica integrata significa evitare inconsapevoli zone d’ombra.
I responsabili e-commerce devono focalizzarsi sull’esperienza di acquisto, assicurando che ogni fase del customer journey, dalla ricerca del prodotto all’ordine finale, sia fruibile senza ostacoli. La normativa EAA impatta direttamente su ogni componente dello shop online: filtri di ricerca, schede prodotto, varianti, carrello, checkout, elementi promozionali.
Nella navigazione del catalogo, è fondamentale che immagini e media siano accompagnati da descrizioni alternative (alt text) chiare, così che anche chi utilizza uno screen reader possa comprendere a pieno il contenuto. I testi descrittivi devono essere integrati nella pagina e ben strutturati, e i filtri devono poter essere regolabili correttamente anche da tastiera, senza creare interruzioni di percorso, specialmente durante la fase d’acquisto.
Gli asset multimediali presenti nello shop, video di prodotto, recensioni, slider promozionali, vanno resi pienamente accessibili. Questo significa sottotitoli sincronizzati, trascrizioni, e comandi per mettere in pausa o controllare il contenuto in autonomia.
Uno shop accessibile non serve solo chi ha difficoltà permanenti, ma migliora la fruizione anche per persone anziane, utenti in mobilità o clienti con limitazioni temporanee.
Garantire l’accessibilità di tutti i contenuti digitali può sembrare un compito arduo, soprattutto considerando la mole di materiali multimediali che molte aziende producono (video, immagini, documenti) e la necessità di adattarli a tutti i touchpoint. In questo contesto, disporre degli strumenti giusti può fare la differenza tra un adeguamento faticoso e costoso, e una transizione più fluida verso la conformità.
THRON ha posto grande attenzione a questi aspetti, sviluppando funzionalità specifiche per supportare le aziende nel rendere fruibili i propri contenuti a chiunque. In particolare, le feature Universal Player e AMBRA AI si rivelano preziosi alleati per raggiungere e mantenere gli standard richiesti dall’EAA, facendone un vantaggio competitivo.
Nel percorso verso un’esperienza digitale davvero inclusiva, la fruizione dei contenuti multimediali gioca un ruolo centrale. La nuova versione dell’Universal Player di THRON rende video, audio, immagini e documenti accessibili e facilmente controllabili da ogni persona, in qualsiasi contesto.
Tutte le funzionalità principali sono utilizzabili anche senza mouse: la navigazione è fluida tramite tastiera, permettendo all’utente di avviare o mettere in pausa un contenuto, regolare il volume, attivare i sottotitoli o cambiare modalità di visualizzazione in piena autonomia.
La possibilità di regolare la velocità di riproduzione rappresenta un ulteriore elemento di personalizzazione. Rallentare un video può essere fondamentale per utenti con difficoltà cognitive o disturbi dell’apprendimento, che necessitano di più tempo per elaborare le informazioni. In altri casi, la regolazione della velocità aiuta a ridurre il rischio di crisi epilettiche provocate da movimenti o cambi visivi troppo rapidi. Anche chi segue i contenuti tramite sottotitoli, come le persone con difficoltà uditive, può trarre beneficio da un ritmo più lento e controllabile.
Ma il valore del THRON Universal Player va oltre l’accessibilità. Grazie al caricamento intelligente dei contenuti garantisce fluidità anche in condizioni di connessione variabile, migliorando la continuità della fruizione e le performance complessive del sito. Inoltre, i contenuti multimediali possono essere automaticamente arricchiti con testi alternativi descrittivi, pensati non solo per soddisfare i requisiti di accessibilità ma anche perfettamente leggibili dai motori di ricerca. Il risultato è duplice: un’esperienza più inclusiva per l’utente e un contributo concreto alla SEO, con contenuti più facilmente indicizzabili e una visibilità organica potenziata.
AMBRA AI, la suite di intelligenza artificiale nativamente integrata nella piattaforma THRON, semplifica e automatizza i passaggi necessari per rendere i contenuti accessibili, in modo rapido, scalabile e conforme all’EAA.
Ogni video caricato su THRON viene processato in tempo reale da AMBRA AI, che genera automaticamente sottotitoli sincronizzati a partire dall’audio. Questo avviene senza alcun intervento manuale: il sistema trascrive il parlato, crea il testo e lo allinea ai tempi del video, rendendolo disponibile sia come sottotitolo visibile, sia come contenuto testuale alternativo utile anche per l’indicizzazione.
Tra i vantaggi più apprezzati dagli utilizzatori di AMBRA AI, c’è anche la possibilità di tradurre automaticamente i sottotitoli in più lingue. Questo consente di ampliare la comprensione dei contenuti anche a utenti non madrelingua, migliorando l’inclusione in contesti internazionali e supportando la localizzazione delle campagne rapidamente. Pur non essendo previsto esplicitamente dall’EAA, si tratta di una funzionalità che rafforza l’accessibilità culturale e la coerenza della comunicazione globale.
Con AMBRA AI, i contenuti video non devono più essere lavorati manualmente per risultare accessibili: lo sono dal principio, assicurando qualità, inclusività, risparmio di tempo e continuità operativa.
In sintesi, affrontare l’Accessibility Act con strumenti isolati, processi manuali e soluzioni distribuite porta inevitabilmente a inefficienze, ritardi e rischi di non conformità. THRON consente di passare da una logica frammentata, dispersiva e reattiva a un ecosistema centralizzato, alimentato dall’intelligenza artificiale, in cui l’accessibilità è integrata, automatizzata e scalabile. Questo approccio non solo riduce il margine d’errore e il carico operativo, ma crea le condizioni per standardizzare la qualità, accelerare la pubblicazione, potenziare la discoverability e migliorare la reputazione del brand.
Non è solo un adempimento, è un’occasione per ripensare la qualità dell’esperienza digitale come valore condiviso, accessibile e inclusivo. L’accessibilità dei contenuti non migliora solo i processi, ma rafforza la reputazione del brand, amplia il pubblico raggiungibile e comunica in modo concreto l’impegno dell’azienda verso l’etica, l’innovazione e la sostenibilità.
Agire sull’accessibilità con visione e anticipo significa trattarla non come un tema tecnico da “chiudere”, ma come una leva strategica da valorizzare. Al pari di altri ambiti regolatori – come lo è stato il GDPR – l’adeguamento all’EAA richiede impegno, tecnologie e ownership chiare.
Farsi trovare preparati, con iniziative già operative e risultati tangibili, posiziona l’organizzazione in una luce positiva e consolida la credibilità in un mercato dove la qualità dell’esperienza digitale diventa sempre più parte dell’identità del brand. La capacità di guidare il cambiamento verso un digitale accessibile sarà uno dei tratti distintivi delle aziende realmente orientate al futuro.