L’arredamento italiano vale 21 miliardi di euro e di questi oltre la metà è generata dall’export1.
Tra i consumatori stranieri più affezionati al design Made in Italy spiccano quelli francesi, americani, tedeschi, inglesi e svizzeri. Dopo la comprensibile frenata del 2020, le vendite del settore si sono riprese nel corso del 20212.
Negli ultimi anni la casa ha riacquisito grande centralità. Il lavoro da remoto e le nuove abitudini di vita delle persone, richiedono ambienti che sappiano unire in modo sapiente la dimensione professionale con quella di relax e piacere. In questo contesto mobili e complementi d’arredo si fanno interpreti delle nuove esigenze dei consumatori.
Le ultime tendenze prediligono comodità, eleganza e tecnologia con uno stile minimalista e grande attenzione alla sostenibilità. Le novità del settore, però, non si limitano a tinte, materiali e design.
I consumatori di tutto il mondo, infatti, rimodulano gli spazi nelle proprie case seguendo un percorso d’acquisto inedito rispetto al passato, combinando retail e canali digitali.
I brand di arredamento sfruttano sempre più il digitale per supportare la vendita tradizionale e competere in nuovi mercati. Ma soprattutto, per rispondere alle esigenze e alle aspettative dei propri clienti.
Nel 2021 in Italia le vendite tramite e-commerce di arredamento hanno toccato quota 3,3 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al 20193. In Francia un acquisto su quattro di arredo avviene online4.
Tra le categorie di beni di largo consumo più acquistate online in Europa, il comparto è secondo solo all’abbigliamento. Trend simili si riscontrano anche oltre oceano, sia negli USA sia in Cina.
Per un comparto in cui ha da sempre prevalso la vendita fisica, si tratta di un approccio decisamente innovativo. È in corso una vera e propria rivoluzione del marketing dell’arredo che si concretizza sempre più su siti web, e-commerce e social media, oltre che nel retail.
I consumatori prediligono un approccio omnichannel per informarsi e acquistare. Immagini, video e informazioni sui prodotti, veicolano nuove idee per arredare e li guidano nell’acquisto. Per i brand dell’arredamento venditori e showroom fisici sono solo parte dell’ampio ventaglio di punti di contatto con i propri clienti, che sfruttano il digitale in qualsiasi fase del proprio percorso d’acquisto.
In sintesi, la comunicazione assume nuove forme e il focus si sposta sul contenuto, leva essenziale per emozionare e dialogare con i propri clienti, ma anche per influenzare e collaborare con dealer e partner esterni.
Al tramonto del 2021 Pantone ha annunciato Very Peri come colore dell’anno.
Un pervinca definito “ambasciatore di una nuova prospettiva”5, simbolo delle transizioni di questo periodo.
Transizioni che, come anticipato, si riflettono anche nel modo di comunicare sempre più digitale dei brand.
Così, se il pervinca è il colore dell’anno, possiamo dire che i contenuti digitali sono la chiave del presente e del futuro della comunicazione dei brand di arredamento.
Per rendere efficace il dialogo digitale richiesto dai propri clienti, i brand dell’arredo devono prestare grande attenzione al contenuto. Le nuove tendenze di consumo, infatti, richiedono che esso sia ambasciatore del brand e dei suoi prodotti su tutti i canali di comunicazione in cui viene distribuito.
Perché questo accada in modo efficace, occorre che la gestione dell’intero ciclo di vita del contenuto avvenga prestando grande attenzione a ciascuna delle fasi che lo caratterizzano, ovvero:
Ciascuna di esse, infatti, ha un peso strategico determinante e spalanca le porte a benefici potenziali di rilievo ma porta con sé anche una grande mole di operatività.
Ogni fase è una vera e propria sfida da superare per gestire al meglio la nuova normalità dei processi di marketing dell’arredo. Sfide superabili grazie alla tecnologia adeguata.
1 Filiera Legno-Arredo, 2021, FederlegnoArredo.
2 Filiera Legno-Arredo, 2021, FederlegnoArredo.
3 Le vendite online crescono ancora: gli acquisti saliranno a 3,3 miliardi, , 3 settembre 2021, Il Sole 24 Ore dati Osservatorio del Politecnico di Milano.
4 Furniture & decoration: uses and attitudes of the French in 2021,, 2021, OpinionWay.
5 Tutto su Very Peri, il colore Pantone 2022, , 9 dicembre 2021, Il Corriere della Sera.
In questa fase i creativi lavorano e gestiscono contenuti visuali impattanti.
Se non gestito in modo adeguato, questo step può far generare alcuni costi sommersi. In particolare:
Ricorda: un sistema per la gestione degli asset digitali (DAM software) è di grande aiuto. Potremmo parlare di una sostenibilità di più ampio respiro, che non include solo la materia prima degli arredi ma che si estende anche alla visione e alla cura con cui i contenuti vengono creati e gestiti.
La foto di una sedia è un contenuto. La foto di una sedia corredata di informazioni come codice SKU, materiali e finiture un asset digitale. Una foto può essere copiata in qualsiasi archivio, fisico o digitale. Un asset deve essere gestito in ottica di distribuzione sui canali finali.
Si tratta di un passaggio fondamentale. Il numero e la complessità dei canali di comunicazione da presidiare, impongono che contenuti e prodotti siano un tutt’uno, evitando di doverli associare manualmente in fase di pubblicazione.
Se questo non avviene, bussano alla porta costi evitabili. In particolare:
Ricorda: una soluzione per gli asset digitali (DAM) che includa funzionalità per la gestione delle informazioni di prodotto e le associ automaticamente ai contenuti può essere preziosa.
Un buon asset mal distribuito è come un tavolo di design che traballa. Entrambi raggiungono il loro obiettivo, ma solo in parte.
Quando i contenuti del brand non sono distribuiti in modo efficace si generano costi. In particolare:
E-mail, telefonate, chat e file transfer sono strumenti utili ma inadeguati se il volume di attività marketing è rilevante.
Ricorda: La distribuzione degli asset digitali, benché spesso sottovalutata, è un elemento essenziale per raggiungere gli obiettivi della content strategy. Le migliori soluzioni di Digital Asset Management pensano già alla distribuzione dei contenuti dalle prime fasi del processo, sin dalla loro creazione.
Tutti i marketer prestano grande attenzione alla fase di creazione. In particolare, quando parliamo di contenuti – intesi come immagini, video, audio o documenti – la nostra mente vola ad attività di marketing digitale rivolte verso l’esterno: post sui social media, articoli sul blog, schede prodotto dell’e-commerce e così via.
Molti marketer sottovalutano il ruolo centrale dell’analisi del contenuto.
Non si tratta di miopia ma di una conseguenza del fatto che gli strumenti di analytics più diffusi, si limitano ad un’analisi quantitativa, basata sul traffico dei canali digitali.
Disporre di metriche relative agli asset digitali, però, è fondamentale perché consente di cogliere gusti e preferenze degli utenti e fornisce indicazioni per migliorare la propria content strategy.
Senza un approccio di questo tipo:
Ricorda: Una DAM Platform gestisce anche questa fase cruciale del ciclo di vita del contenuto. I dati ottenuti consentono di migliorare la content strategy e potenziare le proprie attività di marketing.