Oltre ad essere un’occasione per pensare ai buoni propositi, un nuovo anno rinnova le consapevolezze e la visione di ciò che ci circonda.
È così anche per noi di THRON – che pur non essendo tipe e tipi da stravolgimenti eclatanti per una cifra in più – amiamo gettare lo sguardo verso il futuro, per prendere in mano e governare i mesi che verranno.
Così, dopo aver analizzato i trend delle ultime settimane, abbiamo stilato l’elenco delle parole chiave che con tutta probabilità saranno le protagoniste di questo 2023 sul fronte Digital Asset Management.
In questo articolo trovi le prime quattro, cliccando qui troverai le altre tre.
“Il cloud, letteralmente “nuvola informatica”, è il termine con cui ci si riferisce alla tecnologia che permette di elaborare e archiviare dati in rete. (…) consente l’accesso ad applicazioni e dati memorizzati su un hardware remoto invece che in locale. (…) Può mettere a disposizione hardware in remoto (IaaS – Infrastructure as a Service), piattaforme software (PaaS – Platform as a Service) o software in remoto (SaaS – Software as a Service).”
(Treccani)
Partiamo dalla più famosa tra tutte le keyword che abbiamo scelto.
La più scontata? Forse, ma menzionarla è doveroso perché il cloud è cresciuto anche nel 2022, specie per quanto riguarda la modalità SaaS.
Secondo BetterCloud1 nel 2022 ogni azienda ha utilizzato in media 130 tool SaaS, un dato in crescita del 18% rispetto al 2021 e del 1525% rispetto al 2015, quando in media se ne usavano solo 8.
Numero di tool SaaS medio per azienda2
Lo stesso report segnala che l’ascesa del cloud continuerà inarrestabile anche nei prossimi mesi e che presto il SaaS sarà l’unica modalità di utilizzo dei software per la gran parte delle organizzazioni.
Anche per quanto riguarda il Digital Asset Management, il cloud è la scelta più gettonata, grazie ai livelli di performance e sicurezza che il cloud – se certificato – garantisce.
THRON è interamente in cloud, risiede in server UE ed erogato in modalità SaaS. Ciò significa che:
Inoltre, THRON è certificato ISO e garantisce una disponibilità media dei servizi pari al 99,9%.
1 2023 State of SaaSOps, 2022, BetterCloud.
2 2023 State of SaaSOps, 2022, BetterCloud.
“Un ecosistema digitale è un ambiente, fisico e virtuale, all’interno del quale gli utenti sono in grado di scambiarsi informazioni in maniera dinamica e complessa.”
(Sentieri Digitali)
Il crescente ricorso al cloud e ai tool SaaS rende sempre più necessario focalizzarsi sulla costruzione di un ecosistema che scongiuri la creazione di silos.
Cosa sono i silos? Angoli digitali dell’azienda, in cui le persone lavorano per compartimenti stagni, con tool diversi e non integrati tra loro.
Creare, mantenere e tutelare l’ecosistema digitale sarà uno dei principali compiti dell’area IT nel 2023, il cui budget vedrà un tendenziale aumento3 al fine di rendere sempre più orchestrati gli strumenti utilizzati e favorire l’innovazione aziendale.
Impatti dell’automazione sui processi aziendali4
Non è un caso che un referente IT su quattro5 definisca il rafforzamento della collaborazione tra il proprio reparto e i vari team la principale priorità, soprattutto per fare luce ed eliminare i silos applicativi (la cosiddetta “Shadow IT”6) che sottraggono efficienza e moltiplicano i rischi per la sicurezza informatica.
Noi – oltre ad averne parlato nell’ultimo numero di NORTH, la nostra newsletter dedicata al mondo degli asset digitali – siamo consapevoli da tempo della centralità della questione.
È anche per questo che siamo molto orgogliosi di THRON 7, la generazione della piattaforma che sempre più contribuirà ad una gestione centralizzata di contenuti, prodotti e processi, riducendo il numero di tool in uso dalle organizzazioni e rendendo ancora più solido il loro ecosistema digitale.
3 2023 State of SaaSOps, 2022, BetterCloud.
4 Grafico tradotto dall’articolo High order effects of automation in Big Ops, 2022, ChiefMarTech.
5 2023 State of SaaSOps, 2022, BetterCloud.
6 Tech stacks are still large, but orchestration can make all the difference, 2022, ChiefMarTech.
“Crasi di “Marketing Technologies”, con il termine si indica un insieme di soluzioni software utilizzate dai marketer per supportare il raggiungimento di obiettivi aziendali e guidare l’innovazione all’interno delle loro organizzazioni.”
(Traduzione da Gartner)
Il mercato dei software di Digital Asset Management crescerà a un tasso medio del 13,6% tra il 2022 e il 2027, anno in cui si prevede raggiungerà un valore complessivo di 8 miliardi7.
Coerentemente con il concetto di Ecosistema Digitale appena descritto, questo dato va considerato tenendo presente la cornice in cui si inserisce, quella delle soluzioni MarTech.
Scott Brinker, guru mondiale del tema, monitora da anni la crescita incessante della nicchia sempre più grande di soluzioni IT dedicate al marketing, che oggi includono tool per la gestione di social media, advertising, e-commerce, dati, prodotti e, appunto, contenuti.
Alla fine del 2022 il MarTech contava quasi 10.000 tool, un numero cresciuto del 24% rispetto al 20208.
Crescita dei tool MarTech sul mercato9
Proprio come farà il mondo del software, anche il MarTech continuerà a crescere nei prossimi anni, diventando sempre più strategico e determinante per il successo delle iniziative dei marketer10 e spingendo il 68% di loro ad aumentare gli investimenti in marketing technologies nel 202311.
Per le aziende, se è vero che da un lato aumenteranno le opportunità di digitalizzare i processi, dall’altro si affermerà sempre più l’esigenza di adottare piattaforme complete.
Tornando ai software Digital Asset Management, in grado cioè di impattare positivamente lungo l’intero ciclo di vita di contenuti e prodotti.
7 Digital Asset Management Market by Component (Solutions and Services), 2022, Markets and Markets.
8 State of MarTech, 2022, Chief MarTech
9 Marketing Technologies Landscape 2022, 2022, ChiefMarTech.
10 Think the MarTech landscape is big? Here’s the size of the software industry overall, 2022, Chief MarTech.
11 68% CMOs aim to boost MarTech spending: Report, 2022, Gartner via CIO Economic Times.
“Con il termine no-code si intende un approccio allo sviluppo del software che richiede poche o nessuna competenza di programmazione per creare rapidamente un’applicazione.”
(Traduzione da Tech Target)
Mentre il cloud, i tool SaaS e gli ecosistemi MarTech aumentano la loro rilevanza all’interno dei confini organizzativi, il coinvolgimento dell’area IT diventa sempre più determinante.
Nonostante il cloud e i tool SaaS alleggeriscano il lavoro dell’area, la digitalizzazione esponenziale spinge i dipartimenti ad essere sempre più esigenti in termini di integrazioni e automazioni tra i sistemi.
Sono entrambe attività cruciali per la produttività e l’efficienza aziendale, realizzate nel 53% dei casi dalle figure IT12. Queste ultime, in tre casi su quattro sono tuttavia così oberate da lunghi backlog di task che impiegano oltre 90 giorni per completare un’automazione13.
Il no-code da questo punto di vista costituisce un grande supporto, in grado di alleggerire il lavoro del dipartimento IT e, in parallelo, aumentare l’autonomia di sviluppo delle automazioni di tutti gli altri.
In particolare, secondo i marketer, ricorrere a tool no-code porta con sé tre principali benefici:
Benefici dei marketer dall’utilizzo di tool no-code14
È anche per questi motivi che noi di THRON siamo da tempo consapevoli che le piattaforme software più efficaci sono quelle che minimizzano il codice necessario per creare e prendere parte ai processi, proprio come fa THRON WORKFLOW.
12Who Builds Automations – MarTech for 2023, 2022, ChiefMarTech.
13 Information / Week Survey – MarTech for 2023, 2022, ChiefMarTech.
14 Marketing Trends Report, 2022, Airtable.
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